Bonus arredi e bonus fiscale mobili

Quali sono i lavori di manutenzione detraibili dal bonus arredi? Quali sono alcuni esempi di lavori detraibili? Come devono essere pagati i mobili per usufruire della detrazione? Abbiamo risposto ad alcune tra le domande più frequenti, per chiarire dei passaggi del bonus mobili 2020.

Chi ha diritto di richiedere il bonus?

Il bonus arredi e il bonus fiscale mobili sono agevolazioni fiscali, prorogate fino al 31 dicembre 2020 dalla Legge di Bilancio (legge n. 160/2019 – art. 1, comma 175) di quest’anno.

È una detrazione fiscale Irpef al 50% per chi nel 2020 acquista arredi ed elettrodomestici di classe non inferiore alla A+ (A solo per i forni), da calcolarsi su un importo massimo di Euro 10.000, per edifici in ristrutturazione.

Importante! Per ottenere il bonus fiscale mobili l’intervento edilizio di ristrutturazione dev’essere iniziato non prima del 1° gennaio 2019.

Non è imposto alcun vincolo nella consequenzialità temporale tra l’esecuzione dei lavori e l’acquisto di mobili ed elettrodomestici, ma è previsto un limite di due anni tra l’inizio dei primi e l’acquisto dei secondi.

La detrazione fiscale al 50% prevista dal bonus mobili può essere fruita solo da chi fruisce della detrazione per i lavori di ristrutturazione. Ovvero a chi ha sostenuto le spese sia per ristrutturare l’immobile, sia per acquistare mobili ed elettrodomestici.

La detrazione può essere richiesta anche dai famigliari conviventi dei soggetti che ne hanno la proprietà, o anche solo un titolo di detenzione (usufrutto, locazione, comodato, ecc) sull’immobile. È sufficiente avere il certificato di residenza. L’immobile può anche non essere quello di residenza, basta che sia a disposizione del nucleo famigliare (per esempio le case vacanze).

I famigliari devono però dimostrare di aver sostenuto direttamente le spese, e avere sufficiente disponibilità fiscale.

Come si devono pagare gli arredi ed elettrodomestici per ottenere la detrazione?

Per ottenere il bonus arredi previsto dalla Legge, i pagamenti devono avvenire con qualsiasi strumento tracciabile: carte di credito o debito, bonifici parlanti o, semplicemente, ordinari.

Ricorda che il bonifico parlante richiede più informazioni di quello ordinario, come:

  • il codice fiscale del beneficiario della detrazione o di tutti i beneficiari (in casi, per esempio, di comproprietà);
  • il codice fiscale o la Partita IVA di chi ha eseguito gli interventi;
  • nella causale del versamento deve essere riportato il riferimento alla norma relativa alle agevolazioni di cui si vuole beneficiare.

Non è consentito pagare con assegni bancari, contanti o altri mezzi di pagamento non tracciabili.

Fatture e bonifici degli acquisti effettuati vanno sempre conservati per eventuali controlli.

Il bonus arredi copre interventi di manutenzione strordinaria. Ma quali sono inclusi dal bonus arredi?

Iniziamo con una premessa: gli interventi di manutenzione ordinaria non sono detraibili dal bonus mobili 2020, tranne pochissime eccezioni. Le eccezioni sono innanzitutto tutte quelle opere volte a prevenire il compimento di atti illeciti, quali:

  • rafforzamento, sostituzione o installazione di cancellate e recinzioni
  • apposizione o sostituzione di grate alle finestre
  • installazione di porte blindate
  • apposizione o sostituzione di serrature, lucchetti, catenacci, spioncini
  • installazione di rilevatori di apertura e di effrazione sui serramenti
  • installazione di tapparelle metalliche con bloccaggi
  • messa in opera di casseforti a muro
  • installazione di vetri antisfondamento.

Diverso è invece il caso per i condomini: se si effettuano lavori di manutenzione ordinaria in condominio, è possibile ottenere il bonus mobili solo per l’acquisto di mobili destinati ad arredare le parti comuni condominiali.

Per approfondire leggi il nostro articolo dedicato ai lavori straordinari condominiali: assemblea e responsabilità.

Diverso è il caso degli interventi di manutenzione straordinaria, che includono le opere e le modifiche necessarie per rinnovare e sostituire parti anche strutturali degli edifici.

La definizione esatta: “le opere e le modifiche necessarie per rinnovare e sostituire parti anche strutturali degli edifici, nonché per realizzare ed integrare i servizi igienico-sanitari e tecnologici, sempre che non alterino la volumetria complessiva degli edifici e non comportino modifiche delle destinazioni di uso“.

I lavori di manutenzione straordinaria coperti dal bonus mobili 2020 sono:

  • gli interventi finalizzati all’utilizzo di fonti rinnovabili di energia, ad esempio – l’installazione di una stufa a pellet o di impianti dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili
  • l’installazione o l’integrazione di un impianto di climatizzazione invernale ed estiva a pompa di calore
  • la sostituzione della caldaia, in quanto intervento diretto a sostituire una componente essenziale dell’impianto di riscaldamento.

Attenzione!

Se l’intervento è fine a se stesso, e non fatto nell’ambito di un intervento di manutenzione straordinaria, non è detraibile. Inoltre se i lavori vengono svolti in autonomia, senza un’impresa o tecnico abilitato, si tratta di manutenzione ordinaria, quindi lavori non detraibili.

Servono dei permessi per i lavori di manutenzione straordinaria?

Per poter usufruire delle detrazioni fiscali previste dal bonus mobili 2020 per interventi di ristrutturazione straordinaria, è necessario ottenere le abilitazioni amministrative, rilasciate dal proprio Comune.
Ovvero delle richieste dalla legislazione edilizia vigente, che variano in base alla tipologia di lavori da realizzare.

In base all’intervento edilizio in manutenzione straordinaria, le abilitazioni possono essere:

  • il titolo autorizzativo del Permesso a Costruire (ex concessione edilizia)
  • SCIA (Segnalazione Certificata di Inzio Attività). Necessaria, per esempio nel caso di rifacimento di un tetto. La SCIA infatti serve per lavori più “importanti”.
  • CILA (Comunicazione di Inizio Lavori Asseverata). Riguarda avori di straordinaria manutenzione, ma di tipo “leggero”, che non modificano la forma strutturale dell’edificio.

Alcuni interventi però, sempre oggetto di detrazioni, non richiedono alcuna abilitazione, e si tratta degli interventi di manutenzione ordinaria e quelli di edilizia libera (vedi sopra le eccezioni per questo tipo di interventi).

In caso di dubbi, per avere conferma che l’intervento che si vuole fare rientri in una semplice manutenzione straordinaria, basta rivolgersi al Comune in cui si trova l’immobile, indicando all’Ufficio Tecnico gli interventi che si vogliono effettuare. Puoi anche richiedere una consulenza al nostro legale, gratuita per tutti gli iscritti al sito di Rentila.

L’Ufficio comunicherà che tipo di comunicazione/richiesta autorizzativa serve per procedere (CILA, SCIA, ecc.). Queste possono poi essere presentate o da chi ha un titolo di proprietà sull’immobile o, in alternativa, da chi ne ha la diretta disposizione, previa autorizzazione scritta del/i proprietario/i (da allegare alla richiesta).

Come comportarsi in caso di lavori di edilizia libera?

I lavori in edilizia libera sono quegli interventi edili che non necessitano di alcuna comunicazione/abilitazione all’ente comunale. L’elenco completo è presente nell’art. 6 del d.p.r. n. 380/01, e potrai trovarlo all’interno del nostro approfondimento dedicato all’edilizia libera. L’inquadramento tecnico dei lavori resta quello previsto dalla regolamentazione nazionale.

In questo caso il contribuente può presentare una dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà: a tutti gli effetti un’autocertificazione per detrazioni fiscali, indicando l’inquadramento tecnico delle opere e riportando i corretti riferimenti legislativi.

L’autocertificazione serve anche ad attestare un’altra informazione importante, ovvero la data di inizio dei lavori.

Cliccando qui potrete accedere ai modelli presenti sul sito dell’Agenzia.

Quali sono gli esempi di lavori di manutenzione detraibili?

Di seguito riportiamo qualche esempio di lavori detraibili al 50% grazie al bonus arredi:

  • Rifacimento impianti elettrici
  • Pavimenti e rivestimenti (solo rifacendo anche gli impianti)
  • Sostituzione della caldaia
  • Acquisto stufa a pellet, solo se si detraggono anche i costi di installazione.
  • Installazione di porta blindata, in sostituzione di altra porta d’ingresso
  • Acquisto nuova lavastoviglie classe A+
  • Acquisto e l’istallazione di un climatizzatore in pompa di calore. In particolare, per l’acquisto del climatizzatore, si può usufruire, a seconda dei casi, di bonus ristrutturazione, bonus mobili o ecobonus, ma solo uno dei tre.
  • Installazione di scaldabagno a gas, solo se in sostituzione di scaldacqua elettrico
  • Ristrutturazione del bagno, che però deve rientrare almeno in manutenzione straordinaria e quindi richiedere l’autorizzazione CILA. Andrà pertanto presentato un idoneo titolo da parte di un tecnico abilitato e l’esecuzione da parte di un’impresa.

Per ulteriori dubbi è sempre consigliabile rivolgersi al proprio Comune, per assicurarsi se l’intervento edilizio richieda un’abilitazione. Puoi anche rivolgerti all’Avvocato esperto in diritto immobiliare di Rentila, che risponderà a tutte le domande, chiarendo dubbi di natura legale. Per utilizzare il servizio devi iscriverti gratuitamente al portale, cliccando qui.

Quando devono essere iniziati i lavori di ristrutturazione per ottenere il bonus mobili 2020?

Il pagamento, anche parziale, dei mobili non deve essere precedente all’inizio dei lavori di ristrutturazione della casa.

Per ottenere il bonus è infatti necessario che la data dell’inizio dei lavori di ristrutturazione preceda quella in cui si acquistano gli arredi ed elettrodomestici. Fa fede la data riportata sulla documentazione presentata al Comune in cui si trova l’immobile.

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